martedì 16 marzo 2010

WAR GAMES



In Bullets we Trust

Quasi mai le guerre, e le verità ad esse implicite, corrispondono a quanto si insegna nelle scuole, si scrive su libri e giornali, o si grida alle folle dall'alto delle Tribune. Non sempre i conflitti hanno, come oggetto causale, la difesa del suolo nazionale, il diritto delle genti, l'onore, o la civiltà. Come dietro alle alleanze, così, e maggiormente, dietro alle guerre, esistono movimenti di interessi finanziari giganteschi, crudeli competizioni d'ordine materiale e commerciale, che, quasi mai, coincidono con i reali interessi delle collettività nazionali, che in quelle guerre vengono coinvolte e, spesso, distrutte. 

Coincidono, invece, perfettamente, con gli interessi di determinati Trusts, con le finalità e i profitti delle Lobbyes siderurgiche. e, in secondo luogo, con gli interessi della Finanza.

La guerra non si fa solo con l'oro ebraico, ma soprattutto con gli uomini, e con il ferro giudaico cristiani. Per coloro che producendo e lavorando ferro ed acciaio, siano essi ebrei, protestanti, o cristiani cattolici, preparano ad arte, la morte di milioni di esseri umani, la Guerra si presenta, non come un'orrore, da evitare ad ogni costo, ma come una necessità commerciale; da promuovere con ogni mezzo.

Gli ordigni bellici che essi fabbricano, difatti, comportano una propria fatalità funzionale e d'uso; una volta fabbricati, devono essere venduti, utilizzati, distrutti e poi, ricostruiti. Per il fatto stesso d'esistere, e per il gioco ovvio degli enormi capitali che rappresentano, essi creano un fatale ciclo di Guerra e di Morte.

Ecco perché gli urti fra i Regnanti, le Nazioni, e i popoli, sono, per i mercanti d'armi, necessità commerciali; ricerche affannose di uno sbocco: letale desiderato, e di un ampio consumo dei propri prodotti. Se tali scontri, si producono spontaneamente, tanto meglio;
altrimenti, bisognerà provocarli abilmente, perché i produttori e i venditori d'armi, come hanno bisogno di ferro, per fare armi e cannoni, così hanno bisogno di un enorme sacrificio di vite umane, per assicurarsi la vendita e l'uso di tutte le loro macchine belliche.

Dal 1894, è iniziata la formazione di un “Cartello internazionale delle armi”, capace di portare I fabbricanti di armi, allo sfruttamento congiunto dei mercati mondiali; senza la seccatura di dover colpire, con delle offerte concorrenziali, il profitto proprio ed altrui. Contraddistinto dall’innocuo titolo di Harvey United Steel Co., lo "Harvey Syndicate" le maggiori industrie mondiali produttrici di armamenti. La più grande di queste è la Britannica Vickers Ltd. & Armstrong-Whitworth; cui seguono le Germaniche Krupps e Dillingen, la Francese Schneider Co., l’Italiana Terni; e dagli USA, la Bethlehem Steel.

Molte di queste Compagnie, hanno numerose filiali sussidiarie, nazionali, o associate in affair con con dirigenze interconnesse, e, dietro a loro, ci sono I grandi banchieri, come John Pierpont Morgan. Le Compagnie vendono in tutti I mercati,; sia agli amici , che ai potenziali nemici, senza alcuna riserva. Tuttavia, nei propri paesi, tutti costoro si presentano come I campioni del Patriottismo.

Il panico degli Armamenti, nel 1889 e 1892 -93, creato dagli agenti dei fabbricanti di armi, sfocia in una enorme crescita della spesa bellica, in Inghilterra e Francia, stimolando un incremento paritetico in Germania.

Questa tattica verrà ripetuta regolarmente, con pieno successo; spesso per mezzo di informazioni false o tendenziose, su ciò che nemici reali o potenziali, vanno facendo. Gli Agenti delle armi, compiono pressioni e manovre, alle spalle e con la complicità di leader politici corrotti, e a danno dei Governi Nazionali, che essi provocano intenzionalmente di volta in volta. La corsa alle armi, che ne risulta, fa dell’Europa una “polveriera” pronta a scoppiare in una fatale deflagrazione. È quanto accade in tutte le Guerre “europee” del periodo, e poi, nel 1914, nella carneficina sanguinosa della Prima Guerra Mondiale.

I grandi Trusts siderurgici, e bancari, trattano vite umane e materie prime, con la stessa distaccata e suprema indifferenza, dedicando, allo sboccio e al protrarsi delle guerre, le loro cure migliori e più assidue; proprio come gli esperti giardinieri, fanno con le loro più delicate piante carnivore. Il Grande organismo siderurgico francese, e le Banche, sono diventati maestri, nell'arte di provocare e sfruttare, a proprio esclusivo vantaggio, le tensioni, gli allarmi, le inquietudini e le paure fra popoli, che, poi, si traducono in ordinazioni di materiale bellico, ed in affari finanziari che, assai spesso, per non dire sempre, conducono ad una guerra.

L'opinione pubblica viene abilmente influenzata, e pilotata, dai giornali che questi Trusts possiedono; a volte, questa opinione viene addirittura creata, e poi ampiamente diffusa. I fabbricanti d'armi esercitano un'influenza totale sui governi, e usano ogni mezzo per ottenere grandi commesse, per forniture d'armi che verranno poi, pagate, ricorrendo ai prestiti dell'Alta Banca; a salassi e ad ipoteche, che metteranno gli Stati belligeranti, quanti e quali che siano, nelle mani rapaci dei “Corvi della finanza”.

Mauro Likar

Nessun commento:

Posta un commento